Può colpire uno o più distretti anatomici, principalmente il ginocchio e l'anca, ma anche rachide, caviglia, spalla e dita.È una malattia tipica dell'età avanzata, ed interessa con incidenza crescente a seconda dell'età, la maggior parte degli individui (soprattutto di sesso femminile ed affetti da sovrappeso e obesità) dopo i 55-60 anni, ma anche precocemente in casi particolari.
La causa dell'osteoartrosi non è tutt'ora nota. Coesistono una componente genetica, che funge da predisposizione, ed una componente traumatica o meccanica. Pertanto la maggior parte dei casi di osteoartrosi sono idiopatici, ovvero senza una particolare causa scatenante. In minore percentuale invece l'osteoartrosi può essere secondaria ad un meccanismo ben definito, come: esiti di fratture che hanno rovinato la cartilagine articolare, sovrappeso con conseguente sovraccarico dell'articolazione, anomalie anatomiche con anormale distribuzione delle forze di carico nell'articolazione (esiti di displasia dell'anca, deformità o malallineamento in varo\valgo del ginocchio), eccessivo utilizzo o sollecitazioni meccaniche come negli sport ad alto impatto, e perdita dell'omeostasi articolare in seguito a lesioni intra-articolari come menischi o cartilagine. Queste ultime possono essere cause di artrosi giovanile, anche in pazienti di età inferiore ai 30 anni.È importante distinguere l'osteoartrite dall'artrite reumatoide, che rappresenta invece una entità patologica su base autoimmune ben definita dal punto di vista eziopatogenetico.
Il sintomo principale dell'artrosi è il dolore, a cui si può accompagnare tumefazione, versamento articolare e, nel ginocchio, formazione della cisti di Backer che non è altro che la distensione della capsula articolare posteriore all'interno del cavo popliteo, a causa di un aumento del liquido intra-articolare. Conseguentemente sarà presente una riduzione della funzionalità articolare con zoppia o difficoltà ad eseguire le normali attività della vita quotidiana.Nelle fasi avanzate del processo degenerativo si può andare incontro a deformità più o meno severe ed invalidanti, ed a rigidità che possono portare sino alla anchilosi dell'articolazione, ovvero alla "fusione" dei capi articolari con pressochè completa perdita della mobilità articolare.Nel paziente giovane affetto da artrosi precoce, invece, questa si manifesta pricipalmente nell'impossibilità di eseguire alcun tipo di attività sportiva.
La diagnosi di osteoartrosi è semplice: spesso sono sufficienti i dati anamnestici del paziente, l'età, la sua storia medica e una valutazione dettagliata dei sintomi.Per caratterizzare l'artrosi e guidare il trattamento è però necessario un esame radiografico del segmento coinvolto. Talvolta sono opportune dele radiografie panoramiche che coivolgono anche le articolazioni adiacenti, per capire come il processo artrosico può alterare organicamente tutta la meccanica corporea.Attraverso l'esame ecografico è possibile studiare in maniera precisa ed efficace i tessuti molli altrimenti "invisibili" alla radiografia, come tendini, legamenti, borse e cisti periarticolari, che possono essere anch'essi coinvolti nel processo degenerativo.Gli esami di secondo livello come Risonanza Magnetica Nucleare (RMN) e Tomografia Assiale Computerizzata (TAC) si riservano a casi particolari, in cui è necessario studiare in maniera precisa lo stato delle strutture cartilaginee ed intra-articolari (RMN) o la morfologia ossea (TAC).
I rischi connessi all'osteoartrosi vanno ricercati in una visione globale del corpo umano e della salute generale dell'individuo. Infatti il dolore articolare, soprattutto a livello degli arti inferiori, rappresenta un forte fattore limitante per l'attività fisica.Una vita sedentaria ed una ridotta attività fisica hanno un effetto estremamente dannoso per il sistema cardiovascolare e respiratorio, ma anche endocrino, neurologico e psicologico. Aumenta di conseguenza il rischio di infarto, osteoporosi, cadute e fratture, incremento di peso. Tutto ciò potrebbe portare al decadimento delle condizioni generali del paziente e a una riduzione dell'aspettativa di vita.Nel paziente giovane, il sottovalutare uno stato di artrosi precoce senza prendere gli opportuni provvedimenti preventivi, può portare alla progressione del danno articolare e a una rapida degenerazione irreversibile dei tessuti.
Le cure ed i trattamenti dell'artrosi sono molteplici e vanno studiati caso per caso con il proprio specialista. Il primo approccio dovrebbe essere sempre conservativo, con una fisioterapia mirata, una dieta adeguata, l'utilizzo di farmaci antifiammatori ed integratori alimentari, e il ricorso a tutori specifici.Secondariamente si può ricorrere con buoni risultati a terapie infiltrative intra e peri-articolari, con mesoterapia antalgica, cortisone, acido ialuronico o fattori di crescita (PRP), ognuno di essi con indicazioni ed effetti ben precisi.Infine, nei casi refrattari alla terapia conservativa, la chirurgia offre numerose opzioni in basa allo stadio di artrosi. Si va da trattamenti artroscopici per rigenerare o sostituire la cartilagine danneggiata nel paziente giovane con lesioni circoscitte a pochi millimetri, ad osteotomie per riequilibrare il carico meccanico articolare, sino alla sostituzione protesica di un singolo compartimento o di tutta l'articolazione danneggiata irreparabilmente. Ogni intervento presenta dei rischi e benefici ben precisi, nonchè uno specifico percorso riabilitativo, che andrebbero discussi con il proprio specialista in base a tutte le variabili del singolo caso.
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